Esempi di fatture in modalità Ritenuta d'Acconto
La fattura con ritenuta d'acconto è un documento fiscale utilizzato da professionisti e collaboratori occasionali per certificare un compenso soggetto a trattenuta IRPEF. Il committente, in qualità di sostituto d'imposta, trattiene una percentuale dell'importo lordo (in genere il 20% per i residenti) e la versa in modo diretto allo Stato come anticipo sulle imposte dovute dal prestatore.
La modalità di emissione della fattura con ritenuta d'acconto varia in base al tipo di rapporto professionale, alla presenza di partita IVA, al regime fiscale adottato e all'eventuale applicazione di contributi previdenziali. Le principali tipologie di fatture con ritenuta includono:
- Fattura per prestazione occasionale: emessa da soggetti senza partita IVA per attività saltuarie e non abituali.
- Fattura per lavoro autonomo: utilizzata da professionisti in regime ordinario, con o senza cassa previdenziale.
- Fattura con rivalsa INPS 4%: adottata da professionisti non iscritti a una cassa che applicano la maggiorazione previdenziale.
- Fattura in regime ordinario: include IVA, contributi previdenziali e ritenuta d'acconto.
- Fattura in regime forfettario: esente da IVA e ritenuta, salvo accordi specifici.
La base imponibile per il calcolo della ritenuta è il compenso lordo, al netto dei contributi previdenziali obbligatori e delle spese documentate. La ritenuta non si applica in caso di committente privato o se il prestatore opera in regime forfettario.
Nelle sezioni successive verranno mostrati esempi pratici di fatture con ritenuta d'acconto, suddivisi per categoria professionale, tipologia di prestazione e regime fiscale. Ogni esempio include la struttura del documento, il calcolo dettagliato degli importi e le voci da inserire in modo corretto per garantire la conformità fiscale.
Esempio Fattura per Prestazione Occasionale con Ritenuta
Una fattura per prestazione occasionale con ritenuta d'acconto viene emessa da un prestatore senza partita IVA che svolge un'attività saltuaria per un committente con partita IVA. Il documento deve riportare con precisione il compenso lordo, la ritenuta IRPEF del 20% e l'importo netto da corrispondere.
Esempio pratico di ricevuta per prestazione occasionale:
Data: 15 novembre 2025
Numero ricevuta: 001
Prestatore: Marco Rossi, Codice Fiscale RSSMRC90A01F205Z, residente in Via Verdi 10, Milano
Committente: XYZ S.r.l., P.IVA 01234560987, con sede in Via Roma 25, Roma
Descrizione prestazione: Consulenza tecnica per ottimizzazione energetica
Compenso lordo: € 1.000,00
Ritenuta d'acconto 20% (IRPEF): € 200,00
Compenso netto: € 800,00
Marca da bollo (obbligatoria oltre € 77,47): € 2,00
Totale da corrispondere: € 802,00
Il committente dovrà versare € 200,00 all'Agenzia delle Entrate come sostituto d'imposta e corrispondere al prestatore € 802,00, comprensivi della marca da bollo. La ricevuta deve essere firmata dal prestatore e conservata ai fini fiscali.
Esempio calcolo ritenuta d'Acconto su compenso lordo 1.000 € (aliquota 20%)
Il calcolo della ritenuta d'acconto su un compenso lordo di 1.000 euro con aliquota al 20% prevede una trattenuta fiscale di 200 euro. Il professionista riceve quindi un importo netto di 800 euro, che rappresenta il compenso effettivo incassato.
Nel caso di un lavoratore autonomo non iscritto a una cassa previdenziale, può essere applicata una rivalsa INPS del 4% sul compenso lordo, pari a 40 euro. In questo scenario, la base imponibile per la ritenuta diventa 1.040 euro.
💼Senza contributi previdenziali
🏢Con rivalsa INPS 4%
Per i professionisti iscritti a una cassa previdenziale, la ritenuta si applica solo al compenso base, senza includere il contributo integrativo. In questo caso, la ritenuta d'acconto è di 200 euro calcolata su 1.000 euro, e l'importo netto da incassare è 1.068,80 euro.
Esempio di calcolo ritenuta d'Acconto su compenso lordo 2.500 € (aliquota 20%)
Il calcolo della ritenuta d'acconto su un compenso lordo di 2.500 € con aliquota del 20% prevede una trattenuta fiscale di 500 €, che il committente versa in modo diretto allo Stato.
Calcolo base della ritenuta
Se il professionista applica anche la rivalsa INPS del 4%, l'importo si modifica:
Nel caso di un professionista con cassa previdenziale, la ritenuta si applica solo al compenso base:
La differenza tra i due casi dipende da come la normativa fiscale considera il contributo previdenziale: imponibile ai fini IRPEF nel primo caso, escluso nel secondo.
Esempio di calcolo ritenuta d'Acconto su compenso lordo 5.000 € (aliquota 20%)
Il calcolo della ritenuta d'acconto su un compenso lordo di 5.000 euro con aliquota al 20% varia in base alla presenza o meno di una cassa previdenziale. La base imponibile della ritenuta cambia a seconda della categoria professionale.
👤Senza cassa previdenziale
Un professionista non iscritto a una cassa previdenziale applica la rivalsa INPS del 4% sul compenso lordo. La base imponibile per la ritenuta d'acconto include anche la rivalsa.
🏛️Con cassa previdenziale
Per un professionista iscritto a una cassa (es. avvocato, architetto), il contributo integrativo del 4% non viene incluso nella base imponibile IRPEF.
La differenza tra i due casi dipende dalla base imponibile: per i professionisti senza cassa si calcola su 5.200 €, mentre per quelli con cassa solo 5.000 €.
Esempio di fattura ritenuta d'Acconto per avvocato
Una fattura con ritenuta d'acconto per avvocato in regime ordinario include il compenso professionale, i rimborsi spese, il contributo alla Cassa Forense, l'IVA e la ritenuta IRPEF del 20% applicata sul compenso imponibile. L'importo effettivamente da pagare si ottiene sottraendo la ritenuta d'acconto dal totale della fattura.
Esempio pratico di fattura per avvocato:
| Voce | Importo (€) |
|---|---|
| Compenso professionale | 2.000,00 |
| Rimborso spese generali | 300,00 |
| Contributo Cassa Forense (4%) | 80,00 |
| Subtotale imponibile (compenso + cassa) | 2.080,00 |
| IVA 22% su 2.380,00 € | 506,00 |
| Totale lordo fattura | 2.886,00 |
| Ritenuta d'acconto 20% su 2.380,00 € | –460,00 |
| Totale netto da pagare | 2.426,00 |
Il compenso professionale di 2.000,00 € costituisce la base imponibile della ritenuta d'acconto. Il contributo integrativo alla Cassa Forense pari al 4% (80,00 €) viene aggiunto al compenso, ma non è soggetto a ritenuta IRPEF. Il rimborso spese di 300,00 €, se documentato, è escluso dal calcolo della ritenuta ma incluso nel calcolo dell'IVA.
L'IVA viene calcolata sul totale di compenso, spese e cassa (2.380,00 €), risultando in 506,00 €. La ritenuta d'acconto del 20% si applica su 2.300,00 € (compenso + cassa), generando una trattenuta di 460,00 €. L'importo effettivo da corrispondere all'avvocato è quindi 2.426,00 €.
Il committente, in qualità di sostituto d'imposta, deve versare i 460,00 € all'Erario entro il 16 del mese successivo al pagamento e rilasciare la Certificazione Unica entro il 31 marzo dell'anno successivo. Se l'importo della fattura supera 77,47 €, è obbligatorio applicare una marca da bollo da 2,00 € a carico del cliente.
Esempio di fattura ritenuta d'Acconto per architetto
Una fattura con ritenuta d'acconto per architetto include compenso lordo, contributo previdenziale alla cassa professionale, IVA e la ritenuta IRPEF del 20% sul solo compenso. L'importo netto da pagare al professionista si ottiene sottraendo la ritenuta dal totale documento.
Esempio pratico di fattura per architetto (contributo cassa 4%, IVA 22%):
La ritenuta d'acconto viene calcolata in modo esclusivo sul compenso professionale, escludendo sia il contributo previdenziale sia l'IVA.
Il cliente (sostituto d'imposta) versa i € 500,00 all'Erario tramite modello F24, mentre l'architetto incassa il netto di € 2.672,00.
Nel caso l'importo complessivo superi € 77,47 e non sia soggetto a IVA per esenzione o regime, è obbligatoria l'applicazione della marca da bollo da € 2,00.
Esempio di fattura ritenuta d'Acconto per grafico freelance
Un grafico freelance che svolge una prestazione per un cliente con partita IVA deve emettere una fattura che includa la ritenuta d'acconto, calcolata sul compenso lordo pattuito. Di seguito un esempio pratico con tutti gli elementi fiscali rilevanti.
Scenario: realizzazione di un logo aziendale e materiale grafico per un cliente soggetto a ritenuta (non in regime forfettario).
Struttura della fattura
Fattura n. 12 del 10/05/2024
Cliente: Azienda XYZ S.r.l. – P.IVA 01234567890
Oggetto: Progettazione grafica e realizzazione logo aziendale
| Voce | Importo |
|---|---|
| Compenso professionale: | € 1.500,00 |
| Rivalsa INPS 4%: | € 60,00 |
| Imponibile: | € 1.560,00 |
| IVA 22%: | € 343,20 |
| Totale documento: | € 1.903,20 |
| Ritenuta d'acconto 20%: | (€ 312,00) |
| Totale da pagare: | € 1.591,20 |
Causale: Operazione soggetta a ritenuta d'acconto ai sensi dell'art. 25 del D.P.R. 600/1973
Il grafico freelance riceverà dal cliente una Certificazione Unica (CU) entro il 31 marzo dell'anno successivo, attestante la ritenuta operata.
La ritenuta d'acconto rappresenta un anticipo IRPEF e dovrà essere riportata nella dichiarazione dei redditi. Se il grafico non è iscritto a una cassa previdenziale, l'applicazione della rivalsa INPS del 4% è facoltativa ma fiscalmente ammessa. La ritenuta viene calcolata sull'imponibile comprensivo della rivalsa, ma non sull'IVA.
Esempio di fattura regime forfettario (senza IVA, con ritenuta)
Una fattura in regime forfettario con ritenuta d'acconto è un documento fiscale emesso da un contribuente forfettario in casi specifici in cui il committente richiede l'applicazione della ritenuta, come avviene con enti pubblici o incarichi giudiziari. In questa modalità, l'IVA non si applica, ma la ritenuta d'acconto viene calcolata sul compenso lordo.
Esempio pratico di fattura in regime forfettario con ritenuta d'acconto:
Intestazione
Professionista: Mario Rossi
Indirizzo: Via dei Professionisti 10, Roma
P.IVA: 01234567890
Cliente
Ente: Tribunale di Roma
Indirizzo: Via Giustizia 1, Roma
C.F.: 12345678901
Oggetto della prestazione
Consulenza tecnica d'ufficio per causa civile n. 12345/2024
Dati economici della fattura
Testo da inserire in fattura
Prestazione professionale: Consulenza tecnica per incarico giudiziario – € 1.000,00
Operazione senza applicazione dell'IVA: ai sensi della legge n. 190/2014
Ritenuta d'acconto (20%): € 200,00
Marca da bollo: € 2,00
NETTO A PAGARE: € 798,00
La ritenuta d'acconto in regime forfettario non è prevista in via ordinaria, ma può essere applicata in presenza di specifici committenti obbligati per legge, come tribunali o enti pubblici. In ogni caso, la fattura deve riportare la dicitura di esclusione IVA e, se dovuta, la marca da bollo.
Esempio di fattura regime ordinario (con IVA e ritenuta)
Una fattura emessa in regime ordinario con IVA e ritenuta d'acconto include il compenso professionale, l'eventuale contributo previdenziale, l'IVA calcolata sul totale imponibile e la ritenuta applicata sul solo compenso. Questo tipo di documento è utilizzato da professionisti soggetti a contabilità ordinaria che operano con partita IVA.
Esempio pratico di fattura in regime ordinario:
Informazioni del professionista
Professionista: Studio Tecnico Rossi (architetto in regime ordinario)
Dettagli economici
Spiegazione calcoli
IVA calcolata su: compenso + contributi previdenziali
€2.000 + €40 = €2.040 × 22% = €448,80
Ritenuta applicata solo su: compenso professionale
€2.000 × 20% = €400
Netto finale: totale documento - ritenuta
€2.488,80 - €400 = €2.088,80
Struttura della fattura
| Voce | Importo |
|---|---|
| Compenso professionale | €2.000,00 |
| Cassa previdenziale (2%) | €40,00 |
| Totale imponibile | €2.040,00 |
| IVA 22% | €448,80 |
| Totale documento | €2.488,80 |
| Ritenuta d'acconto (20% su €2.000) | -€400,00 |
| Netto a pagare | €2.088,80 |
La ritenuta d'acconto viene applicata solo sull'imponibile del compenso, escludendo sia l'IVA che il contributo previdenziale.
Il committente è tenuto a trattenere l'importo della ritenuta e versarlo all'Agenzia delle Entrate entro il 16 del mese successivo al pagamento.
La corretta compilazione di una fattura in regime ordinario garantisce la tracciabilità fiscale e il rispetto degli obblighi di legge.
Modello Word di Fattura con Ritenuta d'Acconto
Un modello Word di fattura con ritenuta d'acconto è un documento precompilato che consente a professionisti e lavoratori autonomi di generare fatture conformi alla normativa fiscale italiana. Il modello include tutte le voci obbligatorie previste dalla legge per prestazioni soggette a ritenuta IRPEF del 20%.
Sezioni obbligatorie del modello Word:
Dati del prestatore: nome e cognome, indirizzo, codice fiscale e partita IVA (se presente).
Dati del committente: ragione sociale o nome, indirizzo, codice fiscale e/o partita IVA.
Numero e data: identificativo univoco del documento e data di emissione.
Descrizione prestazione: indicazione chiara del servizio svolto.
Compenso lordo: importo totale prima delle ritenute.
Ritenuta d'acconto: IRPEF 20% (Art. 25 DPR 600/73).
Imposta di bollo: obbligatoria se l'importo supera € 77,47.
Netto a pagare: somma finale che il committente deve corrispondere.
Esempio pratico di tabella riepilogativa inclusa nel modello:
| Voce | Importo |
|---|---|
| Compenso lordo | € 1.000,00 |
| Ritenuta d'acconto 20% | – € 200,00 |
| Imposta di bollo | € 2,00 |
| Totale netto a pagare | € 802,00 |
Dichiarazione obbligatoria:
"Dichiaro che la prestazione non rientra nell'esercizio abituale di attività professionale e che sono state rispettate le condizioni previste dalla normativa vigente."
I modelli in formato Word sono utili per la personalizzazione grafica, la facilità di stampa e l'archiviazione digitale. Possono essere compilati a mano o adattati con campi calcolati per automatizzare il calcolo della ritenuta e del netto a pagare.
Modello Excel di Fattura con Ritenuta d'Acconto
Un modello Excel per fattura con ritenuta d'acconto consente di calcolare automaticamente l'importo netto da corrispondere, partendo dal compenso lordo e applicando l'aliquota fiscale prevista. Il file include formule preimpostate per semplificare la compilazione e ridurre errori contabili.
Struttura a colonne del modello Excel standard:
Campo descrittivo del servizio svolto
€1.000,00 - compenso pattuito
20% - percentuale IRPEF
=B2*C2 → €200,00
=B2-D2 → €800,00
Esempio pratico di calcolo automatico:
Formula colonna D: =B2*C2 | Formula colonna E: =B2-D2
Voci aggiuntive in modelli avanzati:
Rivalsa INPS 4%
=B2*0,04 → €40,00
Totale imponibile
=B2+F2 → €1.040,00
IVA 22%
=G2*0,22 → €228,80
Totale fattura
=G2+H2 → €1.268,80
Automazione dei calcoli: modificando il compenso iniziale, tutte le formule si aggiornano automaticamente, eliminando errori di calcolo manuale.
Ideale per: liberi professionisti, consulenti e lavoratori autonomi che emettono fatture con ritenuta d'acconto in regime ordinario.
Chi deve fare la fattura con ritenuta d'acconto?
La fattura con ritenuta d'acconto deve essere emessa da professionisti o lavoratori autonomi che forniscono prestazioni a soggetti con partita IVA che agiscono come sostituti d'imposta. La ritenuta si applica quando il cliente è un'impresa, un ente, uno studio professionale o un condominio.
Sono tenuti a emettere fattura con ritenuta:
- i professionisti iscritti ad albi o ordini (come avvocati, architetti, commercialisti, medici)
- i freelance con partita IVA in regime ordinario
- i lavoratori autonomi che operano con prestazione occasionale, se il committente ha partita IVA
Non devono applicare la ritenuta:
- i contribuenti in regime forfettario
- i lavoratori che emettono ricevute a privati senza partita IVA
- i soggetti che fatturano a committenti non qualificati come sostituti d'imposta
La ritenuta d'acconto non si applica nemmeno per compensi inferiori a 25,82 euro o per operazioni di cessione di beni.
Differenze tra Fattura con e senza Ritenuta d'Acconto
La differenza tra fattura con ritenuta d'acconto e fattura senza ritenuta riguarda in modo principale il trattamento fiscale del compenso. La fattura con ritenuta d'acconto prevede che il committente, se è un sostituto d'imposta, trattenga una percentuale del compenso lordo (di solito il 20%) e la versi in modo diretto all'Agenzia delle Entrate.
La fattura con ritenuta, l'importo lordo viene indicato per intero, ma il professionista riceve solo il netto, cioè il lordo meno la ritenuta. Questo tipo di fattura si applica quando il prestatore è un lavoratore autonomo non in regime forfettario e il cliente è dotato di partita IVA.
La fattura senza ritenuta d'acconto, invece, viene utilizzata quando il committente è un privato o un soggetto in regime forfettario. In questo caso, il compenso non subisce trattenute e il professionista riceve l'intero importo pattuito, occupandosi in autonomia del versamento delle imposte in sede di dichiarazione dei redditi.
Le fatture con ritenuta devono riportare in modo chiaro la base imponibile, l'aliquota applicata, l'importo trattenuto e il netto da pagare. Le fatture senza ritenuta hanno una struttura più semplice e non comportano obblighi di versamento per il committente.
Cos'è la fattura con ritenuta d'acconto?
La fattura con ritenuta d'acconto è un documento fiscale che include una trattenuta IRPEF a carico del committente, pari in modo generale al 20% del compenso lordo. Il cliente, in qualità di sostituto d'imposta, trattiene questa quota e la versa in modo diretto allo Stato come anticipo sulle imposte dovute dal prestatore.
La ritenuta d'acconto si applica quando il prestatore è un libero professionista o un lavoratore autonomo non in regime forfettario, e il committente è titolare di partita IVA. La base imponibile su cui calcolare la ritenuta può includere anche la rivalsa INPS del 4%, se prevista.
Una fattura con ritenuta d'acconto riporta tre importi distinti: il compenso lordo concordato, la ritenuta calcolata in percentuale, e il netto da pagare al prestatore. L'IVA, se presente, non incide sul calcolo della ritenuta, ma viene aggiunta in modo separato al totale.
La corretta compilazione della fattura con ritenuta d'acconto è obbligatoria per garantire la tracciabilità fiscale e il rispetto degli adempimenti tributari da parte di entrambe le parti.
Cosa fare prima di creare una ritenuta d'acconto
Prima di emettere una fattura con ritenuta d'acconto, è necessario verificare che il committente sia un sostituto d'imposta. La ritenuta si applica solo se il cliente è un soggetto con partita IVA, come una società, un ente o un professionista, e non in caso di committente privato.
Occorre identificare la tipologia della prestazione svolta, distinguendo tra lavoro autonomo abituale, prestazione occasionale o collaborazione. Ogni categoria prevede regole fiscali differenti per la ritenuta da applicare.
Il calcolo della ritenuta d'acconto si esegue sulla base imponibile corretta. Questa base include il compenso lordo pattuito, ma esclude eventuali rimborsi spese documentate e contributi obbligatori come la rivalsa INPS o i contributi di cassa professionale.
L'aliquota standard per la ritenuta d'acconto è pari al 20% per i soggetti residenti in Italia. Per i non residenti, l'aliquota sale al 30%, salvo specifiche convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni.
Un errore nel calcolo della ritenuta può causare sanzioni fiscali o problemi nella dichiarazione dei redditi. Per garantire la correttezza, è consigliabile raccogliere tutte le informazioni contrattuali, verificare le condizioni fiscali applicabili e, se necessario, utilizzare un calcolatore online o consultare un commercialista.
Come calcolare la ritenuta d'acconto online
Calcolare la ritenuta d'acconto online è semplice e immediato grazie a strumenti digitali gratuiti. I calcolatori online permettono di ottenere in pochi secondi l'importo della ritenuta e il netto da incassare partendo dal compenso lordo.
Strumenti come calcolo ritenuta acconto online richiedono solo l'inserimento dell'importo lordo e dell'aliquota applicabile, tipicamente il 20% per i residenti in Italia e il 30% per i non residenti. Una volta inseriti i dati, il sistema calcola automaticamente:
- l'importo della ritenuta d'acconto da trattenere;
- il compenso netto da corrispondere al professionista;
- eventuali voci accessorie come rivalsa INPS o contributi previdenziali.
I calcolatori online aggiornano con frequenza le aliquote secondo la normativa fiscale vigente, riducendo il rischio di errori nei conteggi. L'uso di questi strumenti è particolarmente utile per liberi professionisti, committenti con partita IVA e lavoratori con prestazioni occasionali che devono generare fatture corrette e conformi.